C'era una volta il Festival "grandi ascolti ma poche vendite": come è cambiato Sanremo

31 gennaio 2022

A poche ore dall’inizio della 72^ edizione del Festival della Canzone Italiana, la terza consecutiva dell’era Amadeus, è possibile analizzare più da vicino il cambiamento epocale che ha attraversato la manifestazione negli ultimi anni. L’era digitale è infatti entrata prepotentemente a far parte di un evento che per molti anni era rimasto centrale nel panorama televisivo ma lontano dal mercato discografico e dai successi delle classifiche di vendita.

Grandi ascolti ma poche vendite, un po’ sul modello “piazze piene ma urne vuote”. Un pubblico tradizionale di Raiuno molto in avanti con l’età e attento a una narrazione tradizionale, fatta di riti e costruzioni semantiche che si ripetevano stancamente nel tempo. Per RAI una garanzia sul piano degli ascolti e degli incassi pubblicitari e poco incentivata a rischiare: per qualche edizione gli ascolti salivano, poi scendevano, arrivava un nuovo conduttore ma tutto rimaneva immutato e pietrificato, salvo poche eccezioni - come la rivoluzione introdotta da Bonolis.

Poi improvvisamente tutto inizia a cambiare: la musica entra nell’era dello streaming e la televisione in quella del second screen. La contestualità tra esibizioni al festival, narrazione social e accesso immediato al repertorio sulle piattaforme inizia a modificare lo scenario. Le etichette discografiche, che intravedono un forte cambiamento generazionale nel mondo artistico, provano a proporre nuove sonorità e nuovi talenti incontrando l’interesse dei direttori artistici. Con i festival di Conti e Baglioni, culminando con Amadeus, la struttura alla base del festival, ovvero la musica, sempre tenuta in secondo piano rispetto all’evento televisivo, comincia a tornare al centro e il pubblico, anche più giovane, vede arrivare sul palco artisti più vicini ai propri gusti. Le canzoni scalano dunque le classifiche e conquistano il popolo dello streaming.

L’edizione che si apre domani è forse in assoluto quella più vicina a quanto avviene nel mercato musicale oggi. Gli artisti in gara si portano in dote un bagaglio complessivo di oltre 280 dischi di platino certificati; e sono in gara l’artista che ha venduto più album nelle chart FIMI nel 2021, Rkomi, e quello che ha venduto più singoli, Sangiovanni: un record mai accaduto al Festival. Scende ancora l’età media degli artisti in gara e Amadeus, così come fatto da Baglioni prima di lui, mette in gara giovani e big in un’unica arena riconoscendo che oggi il confine tra le due categorie è di fatto annullato, come si evince dalle classifiche di vendita.

La spinta dei social si fa sempre più sentire e anche gli ascolti devono essere rivalutati alla luce di un consumo diverso della kermesse, non solo più evento televisivo ma contenitore di musica consumabile a 360 gradi e dotato di una vita parallela nello scorrere dei tweet e delle stories su Instagram.

Questo ha portato nuovo pubblico, più giovane e vicino agli artisti in gara. Il 2021 si conferma peraltro l’anno con i maggiori successi di vendite con oltre 28 tra platini e multiplatino conquistati dai brani partecipanti alla scorsa edizione, un crescita del 211% rispetto a dieci anni prima. Un buon auspicio per questo festival che peraltro tutti, giustamente, si aspettano essere anche quello del rilancio dell’intero settore musicale, ancora penalizzato da restrizioni e limiti per la musica dal vivo.