FIMI | Intervista a Francesco Gabbani

2 marzo 2016

  • Il Festival di Sanremo ti ha visto emergere con 3 importanti riconoscimenti  (1° tra le giovani proposte / premio critica giovani proposte / miglior testo) e immaginiamo sia stato quindi un momento di grande soddisfazione. Credi che Sanremo sia ancora una vera occasione per i giovani artisti?

Sono fermamente convinto, indipendentemente dai miei risultati positivi, che il Festival di Sanremo rappresenti una significativa opportunità per nuove proposte artistiche: ed è proprio per questo motivo che ho sempre cercato di parteciparvi. Indipendentemente dai gusti personali, salire sul palco dell’Ariston comporta una legittimazione immediata all'essere “artisti” e la possibilità di rappresentare un tassello nella storia della cultura musicale italiana.

  • Quanto è importante per te essere supportato da una casa discografica e quanto credi sia importante, in generale, per un artista emergente poter contare su questo tipo di appoggio?

Credo che sia fondamentale poter aver il supporto di una casa discografica che possa essere determinante nella gestione della complessità produttiva, promozionale e logistica di un progetto, purché lo faccia con onestà e rispetto del senso artistico: io mi sento molto fortunato nell'essere rappresentato da BMG Rights Management.

Va da sé che, se non non ci sono le idee da parte dell’artista, l’etichetta può far ben poco.

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  •  Hai fatto molta gavetta prima di arrivare al palco dell'Ariston, in molti hanno  sottolineato questo aspetto per apportare ulteriore valore al tuo successo; nella  tua esperienza quanto conta la rete, la possibilità di utilizzare nuove tecnologie e i  nuovi canali di comunicazione come i social media?

Effettivamente, posso dire di essere uno di quelli che si è fatto la “gavetta” vera. Ho iniziato a fare musica e ad approcciarmi all'idea di divulgarla quando ancora il web contava poco: ho vissuto la nascita ed il consolidamento dei social media come strumenti di fruizione e devo  ammettere che oggi, per chi si dedica ad una qualsiasi proposta artistica, sia fondamentale considerarli come “complici” quotidiani.

  •  FIMI ha recentemente portato l'attenzione su un tema importante: il fatto che le  radio passino poco gli artisti emergenti dimostrando molto poco coraggio. Tu  credi che i passaggi radiofonici siano ancora importanti per emergere nel mondo  veloce e immediato rappresentato dai nuovi mezzi di comunicazione?

Sono consapevolmente dispiaciuto della realtà radiofonica che FIMI analizza, anche perché è un aspetto che mi ha sempre riguardato in prima persona (fatta eccezione, in questo periodo, per me e per la canzone “Amen”). Credo che, anche se la rete rappresenti oggi una buona  alternativa di divulgazione, i passaggi in radio contino ancora molto: l’utenza della rete è  ancora in parte “attiva”, quella della radio è “passiva”.

Gabbani