Lo streaming spopola in Italia e nel mondo: i numeri di un successo globale

27 marzo 2023

Con la pubblicazione del Global Music Report di IFPI emerge la fotografia più recente dell’industria musicale a livello mondiale: la transizione digitale si è definitivamente compiuta nei Paesi più avanzati e ora, chiaramente, la crescita rallenta anche se in diversi segmenti restano margini di sviluppo.

Streaming in abbonamento, un successo globale

Complessivamente il mercato globale della musica registrata è cresciuto del 9% nel 2022 arrivando a 26,2 miliardi di dollari nell’ottavo anno consecutivo di crescita. Lo streaming in abbonamentocore business del settore, è aumentato del 10.3% a 12,7 miliardi di dollari raggiungendo 589 milioni di clienti a pagamento nel mondo: un successo globale che restituisce la dimensione della musica come fenomeno mainstream di consumo in tutto il pianeta.

Il mercato asiatico

L’Asia è cresciuta del 15,4% con il suo mercato più importante, il Giappone, che ha registrato una crescita del 5,4%, mentre il secondo mercato più grande – la Cina – è cresciuto del 28,4%, diventando per la prima volta uno dei primi cinque mercati globali. In un trend costante, l’Asia rappresenta peraltro quasi la metà dei ricavi fisici globali (49,8%).

L’Australasia ha registrato una crescita dell’8,1%, un aumento rispetto al tasso di crescita dell’anno precedente ( +4,7%). L’Australia (+8,1%) è tra l’altro rimasta uno dei primi 10 mercati a livello globale e la Nuova Zelanda ha visto un aumento dei ricavi in ​​streaming spingere il mercato complessivo a una crescita dell’8%.

I ricavi in ​​Europa e America latina

I ricavi in ​​Europa, la seconda più grande regione di musica registrata al mondo, sono cresciuti del 7,5% e i tre maggiori mercati della regione hanno tutti registrato guadagni: Regno Unito (+5,4%), Germania (+2,2%) e Francia (+7,7%). L’Italia, il terzo mercato nell’Unione Europea, è cresciuta a un tasso medio più elevato di tutti, con un 11,1 % arrivando a 370 milioni di euro.

L’America Latina ha registrato guadagni del 25,9%, mantenendo in oltre dieci anni una linea stabile di aumenti; tutti i mercati della regione hanno inoltre registrato una crescita a due cifre.

Mena e Africa subsahariana

MENA (Medio Oriente e Nord Africa), in precedenza il mercato in più rapida crescita nel 2021, ha registrato il terzo tasso di crescita più alto nel 2022, registrando un aumento del 23,8% e rappresentando la quota più alta per lo streaming di qualsiasi regione a livello globale (95,5%).

L’Africa subsahariana – diventando la regione in più rapida crescita nel 2022 con +34,7% – è stata trainata in gran parte da un significativo aumento dei ricavi nel mercato più grande della regione, il Sudafrica (+31,4%).

Il Nord America

Il Nord America, ovvero USA e Canada (la più grande area al mondo in termini di fatturato), è cresciuta del 5% nel 2022. Il singolo mercato più grande del mondo, gli Stati Uniti, è cresciuto del 4,8% – superando per la prima volta i 10 miliardi di dollari USA – e i ricavi della musica registrata canadese sono aumentati dell’8,1%.

In Italia crescita sopra la media

In tendenza con gli ultimi anni, il mercato italiano ha visto i ricavi guidati principalmente dallo streaming, cresciuto del 17,7%. Il segmento ora rappresenta il 66,7% dei ricavi totali dell’industria discografica, guidati da un aumento del 13,7% degli abbonamenti ai servizi streaming rispetto all’anno precedente. Il numero di ascolti premium in Italia è ormai costantemente maggiore di quello che avviene sul fronte free, mentre cresce del 36,2% anche il segmento sostenuto dalla pubblicità, tra i quali anche i ricavi dai social media tra cui Instagram, Facebook e TikTok.

Il comparto fisico segna un generale -2,2% ma i vinili resistono, guidando una rimonta dell’11,7%: nonostante il calo del fisico sia una deriva naturale della digitalizzazione sempre più spinta del mercato italiano, grazie ai pregevoli risultati del repertorio locale che ha dominato le classifiche degli album e dei singoli nel 2022 il nostro mercato fisico resta uno dei più forti a livello internazionale, posizionandosi all’ottavo posto.

Positivo anche il bilancio delle sincronizzazioni – che riguarda l’uso della musica nelle produzioni audiovisive come pubblicità, film, serie TV – che si attesta a +26,5% con oltre 13 milioni di fatturato.

Ottimi segnali anche dall’export, è stato un anno con ricavi in crescita per l’industria discografica italiana, che nel 2022 segna un +15% di entrate da royalty (mercato fisico, digitale, sincronizzazioni e diritti connessi), avendo generato oltre 22 milioni di euro nel 2022: è un incremento guidato in particolare dai ricavi digitali, in crescita del 12% rispetto all’anno scorso.

Gli effetti degli investimenti in ricerca e sviluppo

Anche nel 2022 si confermano gli effetti delle attività di investimento da parte delle case discografiche sul repertorio locale in un contesto in cui i consumatori italiani, secondo la ricerca IFPI Engaging with Music, hanno speso oltre 20 ore settimanali nell’ascolto della musica nel 2022: il 70% ascolta attraverso il formato audio streaming free e in abbonamento, mentre oltre la metà dei giovani compresi tra i 16 e 24 anni utilizza i servizi di audio streaming a pagamento.

L’esito si riscontra nel grande successo del repertorio italiano: mentre per il terzo anno di seguito la Top Ten Album è stata integralmente dominata dal repertorio locale, in termini di certificazioni il 2022 ha chiuso con un totale di 267 Album, 2 Compilation e 325 Singoli certificati, per un numero complessivo di 594 titoli. In merito ai volumi streaming (free + premium) nel 2022 ben 558 album (+79 rispetto all’anno precedente) hanno superato la fatidica soglia di 10 milioni di streaming: appartengono a 336 artisti in totale (+34 rispetto al 2021). Si tratta di uno scarto sorprendente rispetto ai risultati del decennio precedente: nel 2012 solo 137 album (corrispondenti a 92 artisti) avevano infatti superato l’equivalente soglia delle 10.000 copie vendute (fisico + download).

La Cina tra le prime cinque potenze mondiali della musica

Già da anni si parlava della Cina, il paese più popoloso del mondo che ospita 1,4 miliardi di persone, secondo il National Bureau of Statistics cinese, come di un potenziale mercato musicale con enormi opportunità. Nel 2022 quel potenziale è apparso in maniera evidente: la Cina ha strappato alla Francia la quinta posizione nel mercato musicale mondiale con un fatturato di $ 1,2 miliardi, in aumento del 28,4% su base annua.

Il predominio dei servizi di streaming locali come QQ Music, Kugou Music, Kuwo Music, tutti di proprietà della cinese Tencent Music Entertainment, implica che gli artisti occidentali e internazionali raramente appaiono nelle classifiche cinesi. Ma la popolarità di popstar nazionali come Jay Chou, Yisa Yu, Mao Buyi, Zhou Shen e Jackson Wang sta ora generando una forte adozione degli abbonati in un Paese dove fino a dieci anni fa la pirateria costituiva il 99% del mercato. Secondo i dati di Tencent, oggi siamo a 85,3 milioni di utenti di musica paganti nel terzo trimestre del 2022.

Le opportunità di sviluppo del mercato grazie ai paesi emergenti

Nel descrivere le opportunità che stanno nascendo nei mercati locali in tutto il mondo Simon Robson, President International di Warner Music Group, spiega che durante questa crescita continua in tutto il mondo mercati musicali in diversi paesi si trovano a diversi stadi di sviluppo.

Questo permette alle aziende d’aver sviluppato priorità diverse e strategie adeguate: “Quando guardiamo al mercato globale, vediamo la forte crescita proveniente da aree come Asia, America Latina, MENA e Africa sub-sahariana, dove stanno emergendo mercati che continuano ad evolvere e qui investiamo in maniera più aggressiva per sviluppare nuovi talenti”. Shridhar Subramaniam, President per lo sviluppo delle strategie per Asia e Medio Oriente di Sony Music Entertainment, aggiunge: “Vediamo diversi mercati in diversi stadi di sviluppo e paesi come la Cina e la Corea del Sud con crescita significativa dei fan disposti a pagare per lo streaming. L’ecosistema a pagamento è ormai stabile e ora la sfida è quella del valore della musica in streaming e sulle piattaforme di social media. Ecco emergere allora anche un gruppo di altri paesi, prevalentemente nel sud-est Asia, dove l’ecosistema della musica a pagamento è ancora nascente: vi sono pertanto ampi spazi di crescita quando parliamo di paesi con popolazioni di centinaia di milioni di persone e questa è un’opportunità significativa. C’è poi un terzo gruppo di paesi come l’India e potenzialmente l’Egitto, che hanno una popolazione molto grande e sono mercati che ora utilizzano prevalentemente il modello ad-supported ma poi passeranno a un ecosistema a pagamento. Quando questo accadrà vedremo un grande aumento di ricevi nel settore e conseguentemente maggiori investimenti su artisti locali e sul loro sviluppo del repertorio”.