Il bando sul Festival di Sanremo tenga conto degli investimenti dell’industria discografica

05 mar 2025 16:46 5 marzo 2025

Facendo seguito alla sentenza del TAR della Liguria, il comune di Sanremo ha approvato la delibera relativa all’indizione della procedura per individuare il partner per l’organizzazione e la trasmissione, in chiaro, del Festival della Canzone Italiana per le edizioni 2026, 2027 e 2028, con eventuale proroga per un massimo di due anni.

Tre le richieste ai nuovi potenziali partner, gli operatori economici fornitori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, titolari di un canale generalista nazionale e che possiedano dimostrate capacità di organizzazione di eventi di particolare rilevanza, una base di convenzione del valore minimo di 6,5 milioni annui (un milione e mezzo in più di oggi) oltre a una percentuale non inferiore all’1% su tutti gli introiti derivanti dai proventi pubblicitari e dallo sfruttamento dei marchi concessi. 

Gli ulteriori costi sostenuti per la realizzazione del Festival e degli eventi collaterali sarà a carico del broadcaster, tra cui le spese del palco esterno sul quale dovranno esibirsi artisti presenti al Festival o ospiti di pari importanza artistica, con collegamento con la manifestazione principale durante la diretta televisiva serale. Rimane a carico del Comune la location dell’evento e il pagamento del costo di affitto della stessa.

Tutto bene fino a qui, tuttavia si dimentica che la riuscita del Festival è in buona parte sostenuta dai produttori del contenuto musicale che rappresenta l’elemento portante della manifestazione.

L’industria discografica realizza investimenti ingenti. Le case discografiche, sono da sempre il motore dell’industria musicale italiana, e anche quest’anno si confermate come gli attori indispensabili non solo nella promozione degli artisti e nella produzione musicale, ma anche come volano economico per l’intero settore. Gli investimenti strategici supportano iniziative che abbracciano diversi ambiti, dalla pubblicità alla promozione live, contribuendo a creare un ecosistema virtuoso in cui la creatività si unisce alla crescita economica, in un effetto moltiplicatore di grande rilievo anche se le economie per le imprese restano limitate all’1,5 % dei ricavi del settore (tra vendite di dischi, streaming, ecc.).

Questo, nell’ambito di un indotto, che, secondo le recenti stime di EY, ha generato, con l’edizione 2025 un impatto economico complessivo pari a 245 milioni di euro.

È evidente a tutti che i costi dell’evento per le aziende siano diventati insostenibili e alla lunga non più sopportabili. Alberghi, gestione della logistica, tutti gli operatori necessari intorno agli artisti in quello che ormai è diventato il Superbowl della televisione italiana stanno pesando enormemente sui bilanci delle aziende partecipanti. Solo la serata delle cover del venerdì pesa per metà dei rimborsi attuali dati ad una casa discografica. Complessivamente, a fronte di un rimborso di RAI di 62 mila euro ad artista, i costi nel 2025 hanno superato il 125 mila.

Questo passaggio della scelta di un nuovo partner non può prescindere dall’assunzione, da parte di quest’ultimo, degli oneri collegati.

Chiunque si presentasse, deve prevedere assolutamente un raddoppio dei rimborsi per le case discografiche. Come detto, si tratta di un evento non più sostenibile dal punto di vista economico per le aziende e il nodo costi deve essere affrontato urgentemente prima di qualsiasi pianificazione.

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