Con la pubblicazione delle classifiche di vendita e streaming della musica da parte di FIMI e GFK nel 2022 emergono anche alcuni dati interessanti sul cambiamento che ha attraversato il settore: da un lato si consolida il segmento dello streaming, che a livello di consumi con abbonamenti premium è salito del 23% a volumi, superando il miliardo e mezzo di ascolti settimanali medi nel nostro Paese, mentre cresce ancora la quota di artisti italiani che hanno raggiunto il successo nello scorso anno.
Per il terzo anno consecutivo la top ten degli album più venduti, il core business del settore, è interamente composta da talenti italiani. A titolo di confronto, la top ten dei film più visti al cinema in Italia nel 2022 è stata per il 100% di blockbuster internazionali. Il primo film italiano è al 13esimo posto secondo la classifica di Cinetel.
Il giovanissimo Lazza vince la corsa degli album, ricevendo per la prima volta anche un award in formato NFT e Mahmood e Blanco con la canzone vincitrice di Sanremo si piazzano al primo posto nei singoli. Un successo che non avveniva dai tempi di Modugno.
Il successo della musica italiana è confermato anche dalla crescita della quota di mercato del repertorio. Nel 2021, la top 100 album era composta per il 76% da opere italiane, nel 2022 siamo all’83%. Anche qui al confronto la top 100 cinema mostra un 19% di film italiani. Tra il 2013 e il 2022, la quota di mercato della musica italiana è salita del 20%.
Nel 2022, ben 558 album (+79 rispetto all’anno precedente) hanno superato la fatidica soglia dei 10 milioni di streaming: appartengono a 336 artisti in totale (+34 rispetto al 2021). Si tratta di uno scarto sorprendente rispetto ai risultati del decennio precedente: nel 2012, solo 137 album (corrispondenti a 92 artisti) avevano superato l’equivalente soglia delle 10mila copie vendute (fisico più download).
Un altro dato molto significativo che emerge dall’analisi dell’anno passato è l’ulteriore discesa dell’età media degli artisti in top ten. Nel 2022 questa si aggira intorno ai 25 anni. Nel 2021 era 26 anni, dieci anni prima di 36. Un ricambio generazionale che non si è visto in nessun comparto della cultura e dell’intrattenimento in Italia. Gli artisti della Generazione Z hanno cavalcato le nuove tecnologie, dallo streaming ai social media, conquistando ampie fasce di pubblico di teenager, rivoluzionando generi musicali e modelli di consumo.
Questo cambiamento è anche il risultato di massicci investimenti realizzati dalle case discografiche negli ultimi anni. Perfino nel periodo più buio della pandemia, le aziende hanno continuato a fare ricerca e sviluppo e seguire la crescita di nuovi artisti. Ha funzionato anche il tax credit messo a regime dai governi che si sono succeduti. Oggi per le aziende è possibile recuperare il 30% di una parte degli investimenti, e in un mercato fortemente competitivo e dove il rischio d’impresa è molto alto, sicuramente questo incentivo fiscale ha avuto un ruolo.
Da non dimenticare poi come questo mercato sia molto diversificato: se da un lato streaming e musica urban sono centrali nell’economia, dall’altro crescono catalogo e supporti come il vinile, che conquistano sempre più ampie fasce di pubblico. Una nota finale su questo fronte non può esimersi dal ricordare come Francesco Guccini, con l'ultimo album, Canzoni da Intorto, pubblicato solo in supporto fisico, abbia conquistato la top ten natalizia e il vinile sia finito al sesto posto tra i dischi più venduti dell’anno in questa chart. Un'altra faccia di un settore in costante evoluzione.